Bencoeur: La Musica Come Strumento di Verità.
A 24 anni, Bencoeur ha trasformato la musica in una voce autentica di emozioni e riscatto. Ispirato da alcuni dei più grandi artisti italiani, il suo stile intenso si manifesta nel brano “Lievemente”. In questa intervista, esploreremo le sfide che ha affrontato e scopriremo perché considera la musica il suo strumento di verità, pronto a far conoscere al mondo la sua voce.


Quando hai capito che la musica sarebbe stata una parte importante della tua vita?
Mi chiamo Benedetto Pascucci, sono nato a Bologna nel 2000. Ho capito che la musica avrebbe avuto un ruolo centrale nella mia vita intorno ai quindici anni. Durante l’adolescenza, ho scoperto che attraverso di essa potevo trovare rifugio e salvezza. Per me la musica non è soltanto un’arte: è uno strumento di ricerca interiore, una forma di verità. È il linguaggio attraverso cui riesco a comunicare ciò che le parole o i gesti non sanno esprimere. Mi permette di trasformare emozioni e sentimenti profondi in qualcosa di condivisibile, liberandoli dal silenzio e rendendoli vivi.


La sua prima esperienza con la musica risale agli otto anni, quando suo padre gli regalò una tastiera. Da quel momento, ha iniziato a sperimentare e a comporre le sue prime melodie. È sempre stato autodidatta e non ha mai studiato musica in maniera accademica. Per lui, la musica è un linguaggio che traduce emozioni; sebbene lo studio possa essere utile per apprendere la tecnica, non è mai stato il suo obiettivo primario.
Nel tempo, si è lasciato ispirare da numerosi artisti italiani e internazionali, tra cui Tiziano Ferro, Cesare Cremonini, Fabio Concato, Sergio Cammariere, Michael Jackson, Michael Bublé, Frank Sinatra e Ultimo. Il suo debutto avviene nel 2018-2019 in un locale di suo padre, di fronte ad amici. Ha poi partecipato a X Factor nel 2017 e nel 2019, esperienze fondamentali per la crescita della sua identità artistica.


Quali difficoltà hai incontrato nel tuo percorso musicale finora? Hai mai pensato di mollare?
Qual è la storia che si cela dietro la canzone “Lievemente”? Cosa ti ha ispirato a scriverla?
Le principali difficoltà incontrate nel mio percorso artistico sono state essenzialmente due: la ricerca di una verità interiore e la difficoltà di trovare produttori in sintonia con la mia visione. Il brano “Lievemente” è dedicato al ragazzo che ero a quindici anni, cresciuto in una casa modesta con nove fratelli. Questa canzone rappresenta un atto di liberazione e riconciliazione con il mio passato.


Ci racconta anche che …
Esso spera che chi ascolta il brano possa riconoscersi e accettare le proprie difficoltà. Il brano è un invito all’introspezione, alla riconoscenza e alla resilienza. Il suo obiettivo è quello di lanciarsi nel mondo della musica condividendo messaggi profondi e veri. Dopo “Lievemente”, i fan possono aspettarsi altri pezzi intensi e riflessivi.


Come immagini il tuo futuro nella musica tra 10 anni?
Mi immagino con una discografia ricca, con almeno 50 tracce pubblicate e tanti concerti. Voglio creare uno spazio emotivo in cui le persone possano riconoscersi nei miei brani. L’obiettivo è comunicare un messaggio autentico e diretto, capace di toccare chi ascolta.
Un Sincero Ringraziamento!
Grazie per aver dedicato il vostro tempo a leggere l’intervista. La sua storia di resilienza e passione per la musica è davvero ispiratrice.
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